E poi ci sono dei periodi in cui torna fuori un'inquietudine.
È una sola, sempre la stessa, ma così grande che non si riesce ad arginare.
Del tipo che scalpito, e incespico, e mi muovo ovunque senza andare da nessuna parte.
E soffro di questa cosa, perchè non solo non so dove andare ma non so neanche dove fermarmi.
E come fermarmi.
Allora, che si fa?
Mi sento in altalena, e non riesco a saltar giù, continuo ad oscillare tra immagini possibili di me, senza saper prendere una posizione nei confronti di nessuna di esse. Ma non è l'età adulta il momento in cui ci si dovrebbe cristallizzare dentro un ruolo, e farselo calzare a pennello con tutti i suoi annessi e connessi? Cioè che la vita fino a qui era solo un vestito imbastito col filo grosso, e ora è il momento di rifinirlo perchè stia addosso come un guanto?
E cosa ci faccio io in altalena allora? Che l'altalena è bellissima finchè te la sai vivere, ma quando cominci a constatare che in modo o nell'altro bisognerebbe saltar giù, e non ci riesci, non sei neanche più in grado di goderti il suo moto oscillatorio.
Si ferma da sola?
C'entra forse con quella storia che il tempo è un gran dottore?
O forse il segreto sta proprio in quel moto, e bisogna solo ritrovare la forza per darsi un'altra spinta e finire ancora più su, ancora più in alto, sempre più lontana dall'immagine di una me stabile?
Oh, a me sta cosa fa paura.
2 maggio 2011
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Mmm anche tu fai un po' paura quando scrivi così...
RispondiEliminaAh, Lara...io nell'inquietudine di cui parli ci nuoto quasi di continuo.
RispondiEliminaHai voglia a dire che alla mia età (me lo dicono da dieci anni) dovrei aver messo la testa a posto (leggi: tirato i remi in barca)...è tutto un chiedermi dove sto andando, perchè, come ci arriverò...
Saltare giù? Non so neppure se sia possibile...e molto probabilmente una volta scesi non si risale, ed è questa la cosa che a me fa più paura.
Colgo l'occasione: scrivi da Dio.
Francesco, grazie... Di avermi lasciato questo commento, in primis e anche dei complimenti, che ovviamente in periodi come questo non sono più sicura di niente, chettelodicoaffà.
RispondiEliminaIl dilemma è proprio quello, se una volta scesa mi rendo conto che stavo meglio lassù con tutte le inquietuini annesse e connesse, e che invece a terra alla lunga ci sto stretta, che faccio?
Quando lo capisco poi ti faccio sapere.