24 marzo 2011

Park Avenue, Snobville

Le mamme del parchetto.
Parliamone.
Quelle che arrivano e piazzano le loro chiappette da pollo secco sulla panchina all’ombra mentre i loro figli vanno in giro a bulleggiare con una sicumera tale e quale a quella delle loro genitrici, devo informarmi se la iniettano per endovena in sala parto, e se per caso ho mancato la mia dose.
Quelle che quando parlano prima si devono fare spazio, perchè loro in realtà non parlano, pontificano, mentre con lo sguardo verificano il grado di approvazione delle astanti e, nel caso, aggiustano il tiro.

Tra Loro, ci sono:
- quelle che "ah no, il mio LordFauntleroy andrà alla scuola privata, perchè", testuale, "non voglio mica che cresca con gli extracomunitari" ("premio integrazione" subito)
- quelle che "io Yourcenar la mando alle elementari a 4 anni e mezzo perchè è troppo intelligente" - "einstein domani"
- quelle che "Giangianni ha 9 mesi ma veste 18"
- quelle che "Pierpuffo ha sei mesi e gli ho tolto il pannolino"
- quelle che "Fedor ha 3 anni, scrive e tiene conferenze sul surriscaldamento globale"
- quelle che "Priscilla non veste oviesse, noi solo Miu Miu e Prada, guarda mi trovo tanto bene" (ecco, pensa a me quando cresce)
Praticamente è la sublimazione del celolunghismo delle mamme fuori dall'asilo.

A queste si aggiungono le Altre, categoria diversa, ma non per questo meno inquietante, scolarizzazione scarsa, 740 corposo:
- quelle che "Shannon prendi la macchinina del bambino, è vero che la può prendere la macchinina del bambino?" - e io: Eh?... - "Ecco, vedi Shannon, prendi la macchinina del bambino". Il bambino in questione è Roo, che si è portato una macchinina dopo averla scrupolosamente scelta tra quelle che ha a disposizione e di mollarla non ci pensa neanche. Devo scegliere il male minore: ai fini della sopravvivenza del mio straccio di sistema nervoso, è meglio l'incazzatura di questa madre o di mio figlio? Ecco. Seguono pianti, litigate, e sberle varie, finchè sequestro la macchinina e allontano Roo, con l'altra madre che mi guarda torva
- quelle che "non devi portare i giochi dei tuoi figli, sennò a Chantilly viene voglia di usarli", e a me sul momento viene quasi da scusarmi tanto sono convincenti, poi penso che loro arrivano al parchetto con una pochette minuscola mentre io sembro una profuga, e quindi di che cosa stiamo parlando, scusa?
- quelle che il loro figlio spinge il mio facendolo cadere, e loro intervengono dicendo "signora, i bambini devono imparare a stare insieme", solo che il loro ha undici anni e il mio due.

E poi i bambini che "Ciao mi chiamo Geims, e uso tutto quello che hai portato tu, ma non osare avvicinarti al mio monopattino in titanio sparafulmini che ci puoi andare sulla luna".

Ecco.
Questa è la media dei miei incontri al parchetto.
Poi dici che vuoi chiuderti in casa.

Perchè non puoi vincere, eh, non ce la puoi fare. Costituiscono un organismo superiore, pluricefalo, qualcosa che è di più della mera somma delle sue parti, un'entità "altra" compatta come un blob, all'interno del quale non riesci più a distinguere le une dalle altre, ti arriva soltanto questa impressione tangibile di alterigia e di boria, senti solo che sono molto più forti di te, che si spandono ovunque.
E tu non puoi neanche lontanamente pensare di affrontare quella battaglia, considerato che non hai mai preso in considerazione di farne parte.

Non ce la faccio a farne parte, e ogni tanto mi chiedo se almeno dovrei desiderarlo.
E poi mi chiedo se i miei figli pagheranno in qualche modo il mio esserne al di fuori.
Certi giorni mi viene da piangere.
E in quei giorni, solitamente, Lui mi chiama alle sette di sera e mi dice che torna tardi.
In quel momento io valuto se chiamare uno psichiatra o la Bernardini De Pace.

6 commenti:

  1. Mai capitata la scena di un bambino che picchia tua figlia, tu vorresti staccargli la testa ma gli chiedi conto e ragione e lui: "Lei è una femmina e quindi deve stare zitta", così ti viene voglia di staccare la testa prima al padre, poi alla madre e infine rinchiudere il pargolo in un centro per sociopatici?

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  2. Ahahaha!!
    Bel post.
    Io, te lo dico, niente parchetto :DDDD
    Al massimo li porto ai giardini per adulti (non quelli destinati alla pomiciata adolescenziale ma quelli neutri), li piazzo sul cavalcabile una e sulla bici/pattini l'altro e via, verso l'infinito e oltre.

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  3. Qualcosa di simile, sì.
    I miei figli escono sempre devastati dal parchetto, e con qualche ferita fisica e psicologica.
    Mai quanto me, comunque...

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  4. Bismama, io non ho alternative, a meno di non inforcare i pedali e con 30 chili di zavorre, pardon, bambini, recarmi al parco più grande, ma non è che la solfa cambi poi di molto, eh.
    Giuro che a ottobre ero così sfinita dal parchetto che agognavo le giornate di pioggia.
    Per dire...

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  5. Ciao, ho scoperto il tuo blog dalle Vipere. Gran bel post! Anche io ho vissuto a Milano, anche io la amavo, anche io ho un marito ing e anche io non sopporto le mamme dei parchetti...Se posso, evito. Se vuoi passare dal mio blog, mi trovi qui:http://labiondaprof.splinder.com/

    Passerò ancora di qui
    Ciao a presto
    labiondaprof

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  6. Ciao Prof, è un onore: io ti conosco anche per i tuoi interventi chez Guia!
    Passerò certamente a trovarti, intanto grazie mille!

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