4 giugno 2011

Milanosonotuttatua

Quella storia delle due categorie (ci sono sempre due categorie in cui dividere le cose), di chi cammina per arrivare ad una destinazione e chi per il gusto di farlo. Se si tratta di camminare in montagna io frigno tutto il tempo, mi annoio, sbuffo, mi lamento e non vedo l'ora di finirla e di arrivare (e chi è con me di conseguenza).
Ma se il contesto è quello urbano posso proseguire per ore.
Adoro perdermi a Milano.
Che poi non è mai un perdersi del tutto, perchè prima o dopo c'è sempre un riferimento, un posto dove sono già stata o già passata, un ricordo che torna a bussare, e da quel momento l'orientamento è facile.
Adoro partire da una delle grandi strade che tagliano la città a spicchi, una di quelle direttrici che partono dal centro e portano verso fuori, per poi perdermi nelle vie poco battute scelte a caso, le stradine, i vicoli, quelli a cui non daresti due lire e invece ti regalano sempre uno scorcio, un palazzo molto bello, un cortile di quelli che Milano è bravissima a tenere segreti con il verde onnipresente e curatissimo, un angolo di eden in pieno cementificio.
Sorprendermi a constatare quanto sia cambiata, "ma qui non c'era quel negozio...?", e soprendermi di quanto sia sempre uguale. Scoprire nuovi negozi che vendono proprio quella cannottierina bicolore che volevo, e finire a soffermarmi più sulla struttura architettonica che sul contenuto, "chè questo sembra il posto perfetto per farci una casa. E che casa".
Individuare nelle vetrine le cose che sì (le camicie con le maniche a tre quarti, i vestitini pseudo-bon ton, il monospalla disinvolto e casuale di dimensionedanza) e le cose che no (le scarpe, in toto - parliamone).
Camminare e sistemare i pensieri, e parlare un po', e guardare i cartelloni pubblicitari di Armani, giganti, in bianco e nero, perfetti.
Le colonne di San Lorenzo che esistono anche di mattina (maddai?), le vie con il porfido a lastre grosse, i musei che aprono troppo tardi ma meglio così, i ricordi che Milano custodisce al posto mio.

I chilometri fatti nel contesto giusto non mi bastano mai.

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