29 luglio 2011

L'eclissi

Una notte di eclissi. Ma la luna non c'era.
Una città.
Un ponte.
Sotto passavano treni, macchine, comitive di giapponesi, uomini al telefono con figli quasi sconosciuti, modelle che si affrettavano sulle loro gambe magre rese ancor più lunghe dai tacchi alti a raggiungere giovani dandy elegantissimi in ristoranti inavvicinabili dove avrebbero ordinato un'insalata.

Tante luci, di auto, di grattacieli vuoti, di tavolini all'aperto, luci di case in cui si tenevano cene, di cantieri aperti, di tram chiamati desiderio.

Una coppia.
"Mi ricordo quella volta che ho letto quella frase incisa dietro il tuo orologio".
"Hai un talento veramente inutile per il ricordo dei dettagli".
"Un giorno questa cosa mi ucciderà".
"Non oggi".
E si alzò, offrendole la mano e facendo partire proprio quella canzone che da sempre, sapevano, era la loro. E in quei passi, su quel ponte in una notte di eclissi senza luna, danzarono via le loro inquietudini, le incertezze, le domande sul futuro, tutti i loro "ma", i "se", i "quando" che non potevano esprimere.
In attesa della prossima eclissi, del prossimo cono d'ombra dove trovare il senso dell'essere ancora insieme.

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