3 settembre 2011

Le lezioni di vita che noi / 1

Interno, giorno.
Nel mezzo di una casa c'è un'asse da stiro, davanti ad essa una donna alta, accanto alla donna una torre di vestiti da stirare ancora più alta.

- Camicie usa e getta, ecco la soluzione.
- Dai, scansati, stiro io.
(sopracciglio alzato e occhi sgranati) - Scusa?
[Lui non stira da sette anni, cioè da quando vivevamo a Milano, facevamo entrambi degli orari lavorativi assurdi, e molto maturamente ci giocavamo questa cosa a bim-bum-bam ogni sabato mattina... Sull'altro piatto della bilancia, comunque, c'era "pulire il bagno", eh, mica shopping in centro, sia chiaro N.d.L]
- Stiro io. Non voglio che i bimbi pensino che questa sia una cosa che riguarda una sola dei due.
- Bè puoi cucinare, anche quello è un bell'esempio.
- Naaaaa, stiro.
- Oppure, che so, puoi cambiare le lenzuola. Spolverare. Sistemare la loro stanza.
- Ho. Detto. Che. Stiro.
- Va bene, però... Solo una cosa...
- COSA!? COSA C'E'?! (dice imitando il tono da mestruataallassedastiro che mi viene ogni volta che).
- Non dirlo a tua madre, altrimenti ci manda i Caschi blu.
- Ovvio.

[25 minuti dopo, una camicia all'attivo]
- Hai visto Roo? Bisogna stirare. Tu quando sarai grande stirerai?
- Eh, ce(r)to.
- Laraaaaaaaaa! Ha capito! Puoi sostituirmi ora, cucino io!
- ...anche perchè con questo ritmo l'ultima camicia l'avrebbe stirata lui diciottenne...
- Perchè tu pensi solo a finire, io mi godo il procedimento.
- Ma naturalmente.

1 commento: