6 novembre 2011

Lezione di musica - (perchè è di musica che parliamo... o no?)

Nella musica classica, il canone è una composizione contrappuntistica che unisce ad una melodia una o più imitazioni. Ce l'abbiamo presente tutti, il concetto è quello di Fra Martino dove sulla linea melodica di base si sovrappone la stessa linea melodica a più riprese, dando l'idea di una costruzione complessa anche laddove di fondo c'è un motivetto elementare.

Se vogliamo andare su forme più alte di canone c'è quello di Pachelbel, in cui la linea del basso resta sempre costante mentre la melodia che gli viene costruita sopra diventa via via più complessa fino al finale, in un crescendo di intensità e colore per poi tornare alla calma.
Al piano la mano sinistra fa sempre la stessa cosa, gli stessi arpeggi che costituiscono il tappeto armonico su cui la destra fa i triplocarpiati del caso per dare vita a linee melodiche sempre più ricche.

Il canone ha un suo fascino, il fascino delle cose certe, ti dà la sicurezza di una strada tracciata, la certezza che non finirai mai fuori dal seminato, che non ci saranno sorprese, che quella via è sicura, che ci si può camminare sopra tranquilli.
Però.
Canone significa anche che ok, si possono fare tanti voli pindarici ma di fatto si è legati a quell'armonia e quindi tanto lontano da lì non puoi finire, e che ogni nota sbagliata, ogni dissonanza verrà notata subito, perché su una linea così semplice non puoi stonare, non ti puoi allontanare, puoi volare sì ma nei limiti dell'impianto armonico che ti fa da base. Cioè la base ti dice come, quando, di quanto, e dove puoi muoverti.

Aiuto.
Noia.

Il canone non fa per me.
Che le dissonanze mi servono, le disarmonie mi aiutano, le modulazioni sono il mio respiro, il contrappunto inferocito di pause e suoni, di battere e levare per me è fondamentale. Mi dà il senso dell'imprevedibile, dell'inquietudine, dell'inatteso, del sospeso e mi serve per apprezzare il ritorno a melodie musicalmente amiche e mai banali.

Sonata, minimo, io.
O concerto.
O sinfonia.
Poi un giorno ne parliamo.

4 commenti:

  1. ogni tanto uscire dal canone fa bene :P

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  2. Canonizzarsi dev'essere una scelta alternata alla totale di libertà. anche di composizione

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  3. Evviva il fare i controtempi a un tappeto musicale, evviva il battere in tre tempi, evviva l'improvvisare un giorno a casa di un amico con bonghi chitarra, piano e violino, e non accorgersi che hai suonato per 3 ore di fila..

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