5 dicembre 2011

Natale a casa Zeta

Ecco io vorrei scrivere un post sul senso dei regali di Natale.
Dei regali di Natale per i bambini.
Dei regali di Natale per i miei bambini.
I miei bambini hanno tutto. Ovvio, se lo chiedi a Lee ti direbbe che la manca la cucina di sei metri lineari delle Winx con minielettrodomestici Smeg inclusi e a Roo il miniSUV con lettore mp3 e superliquidator lato-guidatore con cui investire i bimbi al parchetto. Ma sono pieni di giocattoli, al punto che non solo possono concedersi il lusso di scegliere tra mille cose, ma addirittura quello di potersi stancare di quelle mille cose perchè tanto ce ne sono altre mille che li aspettano, nascoste in qualche cassapanca, armadio, cantina, box, "per il razionamento del giocattolo nuovo lungo tutto l'arco dell'anno".

Non è tanto quello che compriamo noi, ma i nonni, gli zii, gli amici, il parentame vario. Oltre a quello che ereditano dalle cugine più grandi.
E non vorrei sembrare ingrata perchè non lo sono, anzi.
Davvero.
Però vorrei che ritrovassimo un po' il senso delle cose. Cioè del fatto che i nostri bambini sono molto fortunati e non hanno bisogno di niente. Partendo da questa premessa quando mi viene chiesto "cosa regalo a Lee e Roo per Natale" a me sale l'ansia.
Perchè quello che non riesco mai a far capire è che io, superando a fatica la risposta "niente, non ce n'è bisogno", approdo alla risposta che per me ha più senso: una cosa piccola ed economica - una macchinina per lui, pennarelli per lei.
Cose così.
Risposta che non viene mai presa seriamente. E invece è proprio quello che vorrei.
Innanzitutto perchè i bambini non hanno il senso economico del regalo, quindi un quad da quattro euro che riesce a maneggiare con le sue manine taglia-tre-anni vale anche di più del camper megagigante che non riesce ad usare perchè è fuori scala rispetto a tutto il resto (e che implica che io presto cambi casa perchè non ci stiamo più). E per lei, il giusto cavallino in plastica  - che per essere giusto ha una serie di criteri che pare l'omologazione dello shuttle, vale tanto quanto il conigliazzo peloso da cento euro che sbatte gli occhioni e viene abbandonato alla terza volta che dice "fammi una coccola" (ma fammela tu! con quello che costi devo pure lavorare?).
In secondo luogo perchè -  sediovuole -  i bambini sono dotati di fantasia, per cui spesso trovano più cose da fare con il girainsalata che con il computer che li riempie di complimenti perchè hanno trovato il tasto con la A.
Spesso constato che hanno centinaia di euro in giocattoli e poi li trovo che si divertono come matti a lavare la verdura, per dire.
Sono dell'idea che quello che conti di più per i bambini non sia tanto il gioco in sè quanto che qualcuno giochi con loro. E in quel caso un giornale da ritagliare per poi incollare le lettere su un foglio, un disegno da inventare, la macchinina più scassata che c'è nella scatola vanno benissimo se c'è qualcuno che li aiuta a trovarne il senso.
Quindi.
Ho messo un tetto massimo di spesa per i regali ai miei figli - dieci euro e te passa la paura - che so per certo verrà rispettato, a malincuore eh, da nonni e zii (che riverseranno le loro frustrazioni da mancato regalo fantasmagorico sul libretto di risparmio dei bimbi, il che ha comunque più senso).
Dagli amici non so, perchè poi si rischia di passare per quella che non ha voglia di spendere per i figli altrui, ma in realtà è solo che vorrei che si ritornasse al concetto del "pensierino", un regalo piccolo solo per dire che ti ho pensato e che ti voglio bene, senza che ci sia dietro la necessità di dimostrarsi quanto ti voglia bene attraverso una spesa eccessiva. E il più delle volte superflua.
Io non so se passerà mai questo mio approccio al Natale.
Che non toglie nulla alla festa in sè, che io a-do-ro, ma che piuttosto dà il senso alle piccole cose, allo stare insieme, al ritrovarsi a giocare con un quad da quattro euro e un cavallino, anzichè con l'enterpriseluciesuoni versione cameretta.

Piuttosto, se proprio volete fare un regalo come si deve, andate tranquilli da Damiani, per me, ecco, una cosa piccola e brillante, 'na cosuccia che è per sempre, grazie.

3 commenti:

  1. A me i regali di natale sono sempre piaciuti un sacchissimo. Quando ero piccola però, non ne ricevevo mai un miliardo. Di solito ricevevo sempre qualcosa per la mia Barbie ed ero sempre il massimo della felicità.
    E' la magia "pacchettino" da scartare. Qualsiasi sia il contenuto è tutto quello strappare che fa felicità.

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  2. Concordo pienamente: i nostri figli hanno tutto e di più e alla fine giocano con pentole e coperchi più volentieri che con qualsiasi altra cosa. Anche per me e' iniziato il dramma "dimmicosaregaloalbambino" : niente, mi verrebbe da dire, ha gia tutto... Ma come si fa? Anche quest'anno torneremo a casa carichi di oggetto improbabili che verranno parcheggiati in un angolo. In vista della nuova infornata ho deciso di portare al reparto pediatria dell'ospedale s.andrea di la Spezia quei giochi che abbiamo qui ancora belli e quasi mai usati. Sicuramente faranno felici quei bambini che devono stare li malgrado la voglia di correre e giocare all'aria aperta.
    Sara

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  3. Mi piace tantissimo l'idea di regalare i giochi agli ospedali. E mi sembra un bell'incoraggiamento per insegnare ai bambini lo spirito giusto: dona uno dei tuoi giochi che non usi più (il che non significa rotto), e vedremo se per Natale ne arriveranno altri nuovi. Si ottimizzano una serie di cose in un'unica manovra. Mi piace.

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