10 febbraio 2012

Il mio tempo

Io non so vivere bene il tempo che passa. Non è una cosa legata alla mia età, è più in generale, devo averla sempre avuta, anche se in forme diverse, ho l'ansia delle cose che sfuggono, del non arrivare per prima, del tempo che ha il senso che sai inventare per lui e ha il colore che gli dipingi addosso ma poi quando è passato e lontano sembra che quel colore lì non lo sai più ricordare, e allora ti sembra tutto nebuloso, con quel colore che ha il cielo senza sole alla mattina presto, che non sapresti dire che colore è, forse beige, ma mica puoi dire che il cielo è beige, dai, il cielo non può essere beige e invece, ecco il tempo quando è passato assume quel colore lì, quel colore che non sai dire, quello delle foto vecchie della nonna, con il bordo zigrinato e quelle facce intense e quei capelli e quei vestiti festivi e severi.
Io non so vivere bene il tempo che passa. Mi ricordo che quando ero bambina e viaggiavamo in autostrada, io ero contenta quando superavamo le altre macchine perché così saremmo arrivati per primi, e ci avremmo messo meno tempo degli altri, di quelli con le macchine che restavano indietro, ma poi ci fermavamo a fare benzina e tutto il tempo che avevamo mangiato agli altri veniva buttato via e mi ricordo che io in quel momento volevo piangere perché tutti ci superavano di nuovo e sarebbero arrivati prima di noi, ma mica puoi metterti a piangere perché ti superano in autostrada, vallo a spiegare "non so vivere bene il tempo che passa", se dici una frase così a otto anni c'è il caso che papà poi finisca fuori strada davvero, e allora niente, ascolti De Gregori nel mangiacassette e non ci pensi più ma quell'inquietudine lì non sono mai riuscita a cancellartela del tutto.
Io non so vivere bene il tempo che passa, e a lezione di pianoforte la mia maestra metteva il metronomo perchè diceva "sennò corri", che se sapevo bene un pezzo poi andava a finire che io ci correvo sopra con le dita, che avevo fretta di farglielo sentire tutto subito, come quando vuoi dimostrare a qualcuno che sai una canzone e la canti senza rispettare i tempi della base che ti canta sotto, perchè non vedi l'ora di arrivare a quel pezzo lì, quello che ti viene proprio bene, ecco io così, uguale, non riuscivo a trattenermi e a far andare le dita a un tempo ragionevole, e allora lei mi metteva il metronomo che è uno strumento un po' stronzo, perchè sta lì e ti scandisce le battute in quel modo definitivo, e tu sai che tu il metronomo lo senti finchè non vai a tempo, perchè se il suo tempo imposto ti calza a pennello sulle battute non lo percepisci più. Ma a me avere lì una cosa che nel suo moto oscillatorio - destra sinistra destra sinistra - mi segnala il tempo che passa, ecco a me questa cosa ha sempre messo addosso una certa ansia, che io al tempo che passava non ci volevo pensare.
Io non so vivere bene il tempo che passa e il risultato è che sono sempre stata vorace di risultati, di obiettivi da raggiungere, di cose da fare, sono uscita di casa ad un'età che adesso io li vedo quelli che hanno quell'età e mi sembrano ragazzini, e infatti forse ero ragazzina anch'io ma mi sentivo grande, adulta e pronta, salvo poi chiamare mamma "chè non so dove si paga la tassa dei rifiuti e tante altre cose, non so", e c'era quella casa da ristrutturare e poi quell'altra, e persone da chiamare da adulto a adulto e c'era da diventare grande e firme da mettere e impegni da assumersi, e ho fatto figli ad un'età che per Milano è un'età giovane, e infatti ero giovane e li volevo fare da giovane, perché volevo fare tutto subito di modo che poi sempre da giovane avrei avuto ancora vita, energia, voracità e obiettivi da raggiungere, e allora non ero certo una bambina ma io li vedo ora quelli che hanno quella stessa età di quando io ero in sala parto e mi sembrano tanto giovani, molto più di quanto non fossi io solo sei anni fa.
Io non so vivere bene il tempo che passa ma il tempo passa a prescindere dal fatto che io lo sappia vivere bene e allora devo respirare profondo e guardare di cosa l'ho riempito quel tempo che è passato e vedere i colori che gli ho versato addosso, e allora mi rendo conto che pur non sapendo vivere il tempo che passa, nel "mentre", nel "dunque", nelle cose che ho fatto l'ho riempito davvero bene.
E allora respiro. E vado avanti. A colorare nuovo tempo che passa e che io non so vivere bene.

5 commenti:

  1. è così bello quello che scrivi Lara che ultimamente sento il bisogno di cercarti e di leggerti. la tua inquietudine è simile alla mia, le mani che corrono così sulla tastiera pare di sentirle mentre si legge quel che scrivi sul tempo che fugge.
    a me, quest’inquietudine, resta sempre ma è grazie a quella che le cose prendono significato perchè dopo la grande corsa poi mi fermo e guardo quello che ho davanti.

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  2. Bel post Lara, riesci a essere molto introspettiva e a sistemare i pensieri in una forma scorrevole, rendendone il senso anche con piccoli accorgimenti, tipo le ripetizioni al punto giusto e il climax mettendo una frase dietro l'altra. Sembra una canzone poi una sinfonia.

    E condivido i tuoi pensieri.

    Alla prossima.

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  3. Io vivo malissimo lo scorrere del tempo. Non riesco a pensare alla mia età e agli anni che verranno.
    Il tuo post è BellissimO!

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  4. Grazie a tutti, siete così cari, vorrei potervi offrire un caffè un giorno o l'altro.

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  5. dai di la verità per questo finale hai preso spunto da me! smack

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