18 marzo 2012

domenicaèsempredomenica

Domenica che inizia con Lee che mi chiede di staccarle il dentino davanti, traballante, e mentre lo faccio mi accorgo di nuovo che è grande, e che il tempo sta volando, e che però - dannazione - sono le seietrenta di mattina. I risvegli stiracchiati e gatti sul lettone, ormai in tre, manca poco che ci raggiunga anche il quarto e ci investa con il suo solito tir di parole ripiene di sogni e di notte, e infatti eccolo lì, con i piedini nudi, i capelli da matto, gli occhioni grandi e azzurri e quel sorriso che te lo mangeresti.
"Andiamo a trovare qualcuno? Qualcuno senza figli?", alle sette di mattina di domenica, svegliati controvoglia e controtempo, riusciamo a raggiungere punte di sadismo che mai. Che poi ovviamente restano pensieri, basta riavvoltolarsi dentro il piumone e chiedere "ancora cinque minuti", mentre fioccano copiose le richieste di aiuto e di attenzione da parte di quelli bassi.
Ancora sul letto, a strappare gli ultimi minuti ad occhi chiusi, facciamo programmi al condizionale "potremmo fare-andare-vedere" che sappiamo non prenderanno mai forma concreta.
La colazione in quattro, una rarità, tre seduti e Lui in piedi a stare dietro alle richieste di tutti, "mi passi questo-quello-quell'altro", mentre io dondolo avanti e indietro ripetendo una sola parola: caffè.
Domenica di pigiama costante, neanche lo sforzo di decidere cosa mettere, domenica senza reggiseno perché così è più domenica che mai.
Domenica di freddo, neanche a dirlo ho appena mandato tutti i cappotti in lavanderia, e quindi si sta in casa che i bambini sono a tanto così dall'ennesima otite ma non si può fare rumore ché altrimenti poi arriva "aSilviapiacedormire" del piano di sotto. Si cercano giochi, si parla, si ride, Lee nasconde il vuoto del dentino caduto, e io la guardo e trovo che non abbia mai avuto un sorriso più bello di ora, con quel niente lì davanti e il suo faccino di pensieri densi e sereni.
Domenica di pennarelli, tutti sdraiati in terra, ognuno con il suo foglio, Lee scrive, Roo colora disegni fatti da Lui (e voglio un missile, e poi una jeep, e poi una moto, e una betoniera), io disegno animali buffi e frutta e scrivo il mio nome, mi è rimasta questa cosa di quand'ero piccola che lo scrivevo davvero ovunque.
E poi gli acquarelli che se c'è un giorno in cui hai il tempo e il modo di usare i pennelli e soprattutto di ripulire dopo, ecco, perché non farlo? Tutti i fogli A4 ad asciugare appoggiati come panni sullo stendino svuotato, è più bello il mio - no il mio - ma è vero che chi arriva secondo è primo? EH?
Domenica di puzzle e Lego, che devi riempire la mattina e poco importa se la casa era in ordine, non si può stare a lesinare sui giochi tirati fuori, quindi di nuovo lì in terra a sistemare pezzettini colorati, con la radio in sottofondo e i bimbi che ogni canzone è buona per ballare, "scusate, ma per caso non è che ci date una mano?" "il caso non esiste" (Kung Fu Panda docet).
Domenica di torta al profumo di arance a litigarsi in quattro l'impasto crudo che resta sul fondo della ciotola dopo l'infornata.
E poi vestiti piccoli e grandi da stirare, la mamma si abbruttisce quando stira - è vero - chiudiamo la porta (no ma invece, stirare voi pare brutto?). Metto la musica alta in cuffia e ci ballo su, ballare e stirare non sono due occupazioni che vanno molto d'accordo, il risultato è quel che è ma vuoi mettere il buonumore?
Domenica di "cucina Lui" - io ho stirato, quindi mi pare il minimo - e in quattro a tavola alla stessa ora è una cosa che in settimana mai, e tutti vogliamo parlare, e dire, e chiedere, e raccontare, dovremmo istituire l'alzata di mano.
Domenica di libri piccoli da leggere e di tivù tenuta bassa, mentre ci addormentiamo tutti sul divano, una gamba di Roo sul mio collo, Lee di traverso sopra tutti, braccia sparse in giro ma va bene così, la pennichella dovrebbe essere patrimonio dell'umanità.
E poi la merenda, i giochi ancora, le sigle dei cartoni animati anni '80 da vedere su youtube nel computer di mamma (dopo che io e Roo in cinque minuti netti dall'accensione abbiamo bruciato il Suo - ciao), e le partite di cui vedere la sintesi, e - cosa faccio per cena? - sono le tre, Lara, possiamo pensarci più avanti?
E i bagnetti da fare verso sera - mi porti le Barbie - le macchinine - i cavalli - i playmobil, mentre cerchiamo di ripescare in mezzo alla schiuma qualunque cosa si muova per risciacquarla e tirarla fuori, il bagno che sembra un soap party. E i capelli da asciugare, pigiamini da mettere, libri da scegliere da leggere dopo cena e canzoncine canticchiate a fior di labbra.
Domenica di nostalgia che sale mentre la luce scende, ché domani si è di nuovo tutti in pista, tutti in giro, lontani, indaffarati, frenetici, e la domenica sera non sai pensarci, ché sei dentro ad una bolla di sapone e non ti senti pronta a venirne fuori, ad affrontare tutto e tutti, allora respiri, aspetti le sei per aprirti una birretta e ripeti il tuo mantra "andrà tutto bene".
Certo.

5 commenti:

  1. Ci si affeziona in un attimo a te, sai? E non potevi far cosa migliore che scriverle giornate come queste, che qual era la felicità lo capisci solo quando sei vecchio. Mentre così no. Come fai te, dico, di scrivere fotografie, così no. Così, forse, lo capisci anche prima.

    Il caso oggi ha voluto questa: http://youtu.be/IEmKd9bY4Q8
    La puntualità del caso.

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    1. Tu, anonimo, anche se forse ho una vaga idea di chi tu sia, dovresti lasciarmi il nome. Almeno il nome, su... E grazie, del commento ancor più che della canzone.

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  2. è anche la mia domenica tipo. ma la differenza tra te e me è che tu la sai raccontare in un modo che "ciao" (cit. Lara) ;)

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