25 gennaio 2011

Mi ritorni in mente

Oggi, repulisti a casa dei miei, che a tenere i miei ricordi a casa loro non sono più interessati e quindi "se per cortesia vieni qui e mi dici cosa buttare, io questa libreria la uso per altre cose". “Ma come? E i bei tempi di me ragazzina, e com’era bello avermi qui, e i migliori anni della vostra vita?” “Anche no”.

Rientrare in quella camera con quell'intento di pulizia fa uno strano effetto, qualcosa che ha a che fare con una strana nostalgia dei tempi andati e il sollievo di non esserci più dentro.
E dunque eccomi lì, su quel letto, con quintali di carta a farmi compagnia. Al posto della carta, anni addietro, amiche, amici, qualcosadipiùchesoloamici, libri, quaderni, barattolinisammontana.

E ora: foto del capodanno '98, lettere da e per ex amanti e fidanzati vari, e il flirt olandese e quello spagnolo, con le lettere di carta, quelle con la busta della posta aerea con le righe blu e rosse, che belli i miei vent’anni, vecchia smemo del '94, con mezze frasi di battisti, ma quelle delle retrovie, quelle che "le capisco solo io", e poi quattro nomi di ragazzi davvero importanti o almeno così sembrava, ma chi li ha più visti-sentiti-pensati?, l'uno in arrivo a sostituire l'altro nel mio volubile cuore e in quelle pagine consunte dai pennarelli colorati, limoni vari con relativa testimonianza cartacea di scontrini di posti, che un limone non è un limone se non c’è qualcosa che lo provi, foto di viaggi con megazaino con il cuore dentro e le amiche della salvezza accanto, e c’era quella canzone che “a te ti sento dentro come un pugno” e il primoamore incorniciato, che lui è quello che non si scorda mai, ma chissà com'è lui mi ha scordata, viaggi, errori, pianti, canzoni, le audiocassette home made con dentro quella che è stata la ricca colonna sonora di anni dai colori accecanti, una vita piena di tutto, il sorriso dolceamaro di chi pensa "se avessi avuto a sedici anni le consapevolezze dei diciannove", e così via per ogni età.
Gli errori.
Se c'è una cosa di cui mi auguro sia piena la vita delle persone che amo, oltre alle cose ovvie, sono gli errori. Non irreparabili, certo, e mai troppo gravi. Gli errori del crescere. Ma non per quella cosa che dagli errori si traggono grandi insegnamenti, no.
Proprio per la consapevolezza della fallibilità.
E soprattutto della sopravvivenza a quella fallibilità.

Madò, che viaggio. Ora ricordo perchè sono così saggia...

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