3 febbraio 2011

Avventure automobilistiche di un'incompetente

Ho preso la patente nel periodo in cui, per una congiunzione astrale favorevole, avevano tolto dall'esame di teoria le domande sul motore. Non essendoci quesiti in merito ho ritenuto superfluo approfondire l'argomento per cultura personale, "evvai! cinquanta pagine in meno da studiare".
Se non le avessero tolte, quella sarebbe stata l'unica occasione nell'arco della mia vita in cui mai mi sarei potuta interessare al funzionamento delle automobili.

Quello che succede nel cofano di un'auto per me è un enigma, ci potrebbe essere qualunque cosa laggiù, un'altra galassia, matrix, un laboratorio chimico, un centro estetico: io-lo-ignoro.
Tratto l'argomento con quel timore reverenziale che si ha per l'ignoto: per me là sotto c'è un mistero alla stregua dei cerchi nel grano, qualcosa di cui dovrebbe occuparsi Voyager (e non escludo che lo facciano prima o poi, se riescono a trovare il collegamento tra il motore e i templari). Insomma non ho la più pallida idea di come le macchine possano muoversi, e liquido tutto pensando che sì, è una magia.

Ieri sera improvvisamente la mia macchinina Yumi mi ha abbandonato. Non so come ringraziare l'impagabile Zu che mi ha riportato a casa, perchè altrimenti sarei ancora lì a fissarla e a muovere levette a caso, tergicristalli, lavavetri, turboboost, apertura del serbatoio, per cercare di farla rinvenire. Ho acceso anche il tom-tom per ritrovare me stessa.
Sono piuttosto sconvolta dall'accaduto perchè se è una magia non può essere a termine, no? La magia è per sempre (o forse quello era il diamante? non ricordo) o così dovrebbe essere, allora perchè la mia macchina non va più?

Lui che ha fatto dei motori il suo pane quotidiano non si capacita della mia ignoranza e ogni tanto torna all'attacco con tentativi di spiegazione che io cerco elegantemente di declinare mettendomi pigramente a sfogliare una rivista, "non vedi che sto leggendo?" e sventolandogliela sotto il naso, come per scacciare un moscone, accompagnando il tutto con lunghi sbadigli.
Mi redarguisce con lo sguardo ma alla fine desiste. Posso tornare a leggere la dieta per perdere 6 chili in 2 settimane e solo sulle braccia e dalla vita in giù. Questa è la scienza che mi piace.

Ma non è l'unico in casa ad essere più competente di me riguardo alle automobili.

- E ora bimbi andiamo a comprare le ruote per la macchina di papà.
- Le gomme, mamma, non le ruote.
- Urgh.

Lee sembrerebbe avere un approccio piuttosto tecnico alle cose. È interessata alla meccanica, e si fa un sacco di domande, e MI fa un sacco di domande, che io non mi sono mai posta in una vita, trovandomi poi a dover improvvisare sulle teorie che le reggono.

Lui rientra dal lavoro e Lee gli corre incontro con slancio e gli dice - Sai papà, oggi ho imparato come funzionano le macchine!
Il suo viso si illumina di entusiasmo, per un attimo il mondo è perfetto, il cuore gli scoppia di orgoglio.
- Beeeeello! E chi te l'ha spiegato?
- La mamma.
Come se gli avessero schiacciato un interruttore ON/OFF smette di sorridere e la sua espressione cambia radicalmente: ora è puro scetticismo con un uomo intorno.
- Ah.
- Allora, lo vuoi sapere come funzionano?
- Non ne sono sicuro.
Lee abbassa la voce e si guarda intorno circospetta controllando che nessun altro sia all'ascolto.
- È una magia!

Lui si gira verso di me e zot! - fulminata.

Segue lezione in cucina, lui da una parte del tavolo e io e Lee dall'altra, (una delle due molto attenta, l'altra meno), su candele, pistoni, albero (albero?), biella (ma non era una città del Piemonte? zot! altro fulmine), e tutta una serie di altre cose tecniche che ho ovviamente scordato.
Era molto più bella la mia storia di magia, comunque.

Chissà quando le spiegherò la mia teoria sul funzionamento della televisione...

1 commento:

  1. Anche io ho preso la patente quando non c'erano le domande sul motore.
    Che dire, era certo più facile, ma ora mi tocca portare la macchina dal meccanico pure se c'è un sasso sotto la frizione.

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