31 marzo 2011

D'yer mak'er e Dazed and confused

I miei genitori abitano a duecento metri dal mio primo amore. Primo amore quello vero, quello che tutt'un tratto boom!, quello che mi ha fatto capire che tutto ciò che avevo sentito fino a quel momento per le varie storie e storielle non era che un'ombra, un alone, uno sfumato di matita, che nulla aveva a che vedere con la cosa violentissima che stavo provando per la prima volta. Credo che abbia "spostato il mio asse" e da lì in poi, dopo di lui, avrei assorbito tutto in modo diverso.
PrimoAmore è stata una conquista, con un corteggiamento ponderatissimo di passi avanti e indietro, di parole dette e ritrattate, di silenzi e discorsi chilometrici. Una sinfonia fatta di tutta l'orchestra possibile e poi improvvisamente il violino solo, e poi pausa, silenzio, e poi di nuovo tutta l'orchestra, con un ritmo sincopato di pieni e vuoti, una musica da folli. Nei quattro mesi di corteggiamento da parte mia più di una volta mi sono chiesta se non stessi vedendo cose laddove non esistevano, se quei segnali che leggevo in lui fossero solo frutto della mia fantasia, se non mi stessi facendo un film. Sono stati i quattro mesi più poetici e creativi di tutta la mia vita, che se hai la fortuna di incontrare il primo amore in quella fase di età sufficientemente piccola da poter vivere tutto con violenza e senza freni, e abbastanza grande da poter togliere di mezzo le incertezze da bambina, il risultato può essere straordinario.
Alla fine no, non era un film nella mia testa, e finalmente non c'erano più assoli. Siamo diventati due primi violini, o meglio un pianoforte e una batteria, e abbiamo suonato insieme per due anni e mezzo. Un concerto ricco, corposo, a volte stridente, dissonante, un crescendo continuo, un finale maestoso di quelli che poi quando terminano senti il rumore del silenzio.
Eravamo gli opposti che si attraggono, il giorno e la notte, ghiaccio e fuoco, tutti gli ossimori che possono venire in mente.
Gli opposti si attraggono ma alla lunga non resistono, non se di fondo c'è la volontà di non snaturarsi, cioè di rimanere opposti, senza che l'uno si modifichi per l'altra.
Niente compromessi, noi. L'amore è adattamento? Naaa, non per noi due.
E quindi la storia è finita.
Finita per impossibilità di convivenza, e non per mancanza di amore, quindi finita che ancora ci amavamo alla follia. Solo che non potevamo viverci, non potevamo stare insieme, punto. Io ci ho messo un po' di più a capirla questa cosa e ovviamente l'ho subita, chè tra noi due lui era il pragmatico e io l'idealista, lui il tangibile e io l'effimera. Io avrei vivacchiato ancora per un po', lui ha messo la parola fine.

E lì, dolore allo stato puro.

No, non sto parlando di quei due piantarelli che essendo piuttosto teatrale, e anche un tantino stereotipata, ho concesso alla memoria postuma di qualunque storia finita, che metti su Don't Follow a oltranza e attacchi a piangere per le successive tre ore, trascinando i piedi fino in cucina, perchè tutti possano essere testimoni che stai soffrendo, ok però adesso esco con le mie amiche, ciao.

Sto parlando di una sofferenza lancinante che mi ha impedito di respirare bene per una anno e mezzo buono, disimparando a ridere, a pensare, a parlare, cose assolutamente impossibili se io non stavo più con lui.
PrimoAmore era quello che io avrei sposato a 22 anni, e fortunatamente lui aveva più cervello di me e non me l'ha mai chiesto perchè ci saremmo condannati all'infelicità eterna, per forza.
Dopo la fine di quel "noi due" che eravamo, io ho raggiunto il picco minimo del mio peso e dell'amore per me stessa. Ma, eredità della mia amica A., che "per noi va sempre tutto bene", esternamente ero impeccabile, curata, controllata, ostentavo una facciata di perfezione per nascondere che dentro mi stavo sgretolando. Insomma, io ero devastata, ma non ho mai avuto tanti corteggiatori come in quel periodo. C'era solo un ragazzo che non voleva (più) uscire con me, ed era l'unico che volessi.
Mi ricordo quel periodo come se fosse tinto di bianco accecante, che avevo eliminato tutti i colori per dimenticarne uno; stessa cosa per suoni e profumi.

Bè la vita spesso ti prende per il culo, e, abitando a duecento metri dai miei, è capitato che io l'abbia rivisto proprio nel picco basso del pelacarote (sinusoide, sì, quella roba là) e in piena sindrome premestruale. Donne, a me: solo voi sapete cosa intendo.

È cambiato. E la cosa strana è che io mi ostini ad associare quegli occhi, quei denti e quelle mani ad una persona che mi stava accanto una vita fa, e che di fatto ora non esiste più, perchè le frasi che gli vengono fuori non sono quelle che mi aspetto, non riesco più a leggerlo, ad anticiparlo. E la sensazione che ne risulta è straniante, un po’ come quando sei in macchina con qualcuno e non sei tu a guidare, e di fronte a un bivio tu sei convinta di andare da una parte, e ti prepari, ti metti in posizione per affrontare quella curva, e invece chi guida gira dall’altra parte e ti trovi sbilanciata, sorpresa, impreparata.
E ho capito che anche lui stava pensando la stessa cosa, che mi guardava parlare con la testa inclinata da una parte, e lo sguardo un po' accigliato anche se caldo, come se stessi parlando un'altra lingua, come se non se lo aspettasse.
Siamo cambiati e l'uno non era presente nella vita dell'altra.
È ovvio.
È normale.
 
Il giorno del suo matrimonio io l'ho passato con la luna di traverso, perchè non mi spiegavo come gli fosse stato possibile mandare avanti la sua vita dopo di me: com'è possibile che mi sia sopravvissuto? Com'è possibile che sia sopravvissuto alla mia assenza?
Bè certo che io l'ho fatto, macheccentra, non mi aspettavo che ci riuscisse lui, voglio dire io sono insostituibile, no?
Eh, no, è evidente.

Bè insomma fa un effetto strano.

Però io lo auguro ai miei figli un primo amore così, completo perchè corrisposto, di confronto e crescita. E se dovesse finire, di sofferenza e di sopravvivenza. Che crescano con la consapevolezza che dopo tutta quella sofferenza c'è un bel punto di partenza, che sei tu, e nella ricostruzione puoi aggiungere qualche pezzo, qualche stanza, nuove finestre, altra luce. Ed uscirne più grande.


Per la saggezza in pillole, prendere il numeretto in fondo a destra, prego.

8 commenti:

  1. Vogliamo anche parlare dell'ora di pubblicazione? sono sveglia da 4 ore.
    VA
    TUTTO
    BENE.

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  2. Grande Lara, post meraviglioso. E' per note come queste che ti seguo.

    Per quanto, anche le mammine snob...

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  3. Ti ringrazio molto.
    Poi ovviamente, tornano le mammine snob, eh, quelle non mancano mai.

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  4. pensa che il mio livello di adorazione mi ha spinto ad aprire un blog...

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  5. ed il mio mi ha spinta ad assegnarti un blog award: http://ilovewedding-vitadiunaweddingplanner.blogspot.com/2011/03/blog-award.html

    Ciao!

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  6. tutto mi piace ,tutto mi emoziona , il tuo blog andrebbe studiato a scuola ciao bruno

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  7. Dolce e vera. Scrivi di cose che oggi sembrano scomparse, oggi i giovani si amano per passatempo... e invece qualcosa di vero esiste.

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