4 aprile 2011

Una casa nel verde

Weekend passato sull'appennino emiliano, tra quelli che sono i posti che L'hanno visto ragazzino in vacanza. A ogni angolo c'è un racconto, un'avventura, di un periodo della sua vita in cui Lui non era ancora quello-che-c'è-nella-mia-vita, e questo suo essermi estraneo lo rende per certi aspetti ancor più interessante, che mi racconta di sè come se parlasse di un altro, anche se piccolo, anche se giovane.
Lo prendo in giro perchè so a memoria i racconti di ogni posto, e mi immagino un futuro in cui i bimbi saranno abbastanza grandi da ripercorrere le sue storie con il labiale afono parola per parola.
Alzi la mano chi non ha un genitore che nello stesso identico punto, di una stessa strada, ogni volta ti dice sempre la stessa frase, e sempre con l'espressione di chi lo sta facendo per la prima volta.
Ecco.

La casa nel verde è un posto meraviglioso. Si adagia in un borgo costituito da cinque o sei case in pietra e legno, tutte di parenti di Lui. In questo posto i bambini vivono quella dimensione "da cortile" che al giorno d'oggi non esiste più, ma che noi figli degli anni '80 abbiamo ben presente: quella, cioè, in cui saluti mamma e papà alle 9 di mattina e li rivedi al volo per pranzo, e poi via fuori ancora a giocare senza pericoli (più o meno) fino all'ora di cena.
E io mi isolo. Potermi isolare è davvero un lusso.
Quest'estate ho letto i quattro libri di Twilight in dieci giorni. Stavolta ero un tutt'uno con la sdraio, l'iPod e la mia ultima monomania musicale (cioè l'ascolto oltranzista di una sola canzone in repeat).
Vacanza.
Sole.
Relax.
I bambini si misurano con una natura che gli corre incontro, e constatatano che gli animali sono effettivamente un po' più grandi di quelli che vedono sui libri. Escono dal letargo anche i bambini, e ritrovano nelle gambe una voglia di correre e muoversi che sembrava sopita. Ecco, com'è che questa cosa a me non capita mai, spiegatemi... In ogni caso la primavera non mi è mai sembrata così bella come quest'anno, non so.

E poi ecco lì che arriva, come una tegola sulla testa, la richiesta di Lui di camminare.
- Come scusa, credo di non aver capito.
- Camminare, sai le gambe, i piedi, quella cosa lì - mi dice mimando una camminata al rallentatore.
- Non vedo negozi qui in giro, e poi sono in vacanza.
- Boschi, la natura, l'aria pulita.
- Ho nell'iPod la registrazione della circonvallazione di Milano all'ora di punta.
- Muoviti.

E quindi si cammina, o meglio, Lui e Lee zompettano come due stambecchi mentre io e Roo restiamo indietro e facciamo a gara a chi si lamenta di più.
- Non me l'avevi detto che era così in salita, la strada...
- È beo (vero). Non ci bengo più.
- Neanche io.

Ecco il solo aspetto negativo di questi weekend, la Sua fregola di farmi fare sport.
Una battaglia persa, comunque.

1 commento:

  1. "Ho nell'iPod la registrazione della circonvallazione di Milano all'ora di punta."

    LOL

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