16 maggio 2011

Le cose che avrei voluto mi diventassero familiari e invece / 1

Il conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Che mi ha visto arrivare da privatista a fare degli esami, non tutti eh, mica l'ho finito, di pianoforte.
Ma non mi ha mai accolto.
Onestamente: io non ho mai avuto il carattere giusto per poter realmente pensare di diventare una pianista. Troppo sommaria, approssimativa, troppo poco agguerrita.
Il sacrificio, ok, ma fino a un certo punto. Per riuscire avrei dovuto costruire il mio talento a tavolino, e questo avrebbe implicato un lavoro e una fatica che io non.
E la mia insegnante di pianoforte fu la prima a dirmi che il mio talento, casomai di talento si potesse parlare, risiedeva più nelle parole che nelle note, e quindi.

L'ironia del destino ha fatto sì che io studiassi all'università, in uno dei miei rotolamenti lungo le discese che la vita mi ha messo sotto i piedi, proprio di fronte al Conservatorio. Ogni mattina, in pieno l'erba del vicino eccetera percepivo la stridente sensazione tra ciò che avrei voluto fare e ciò che stavo effettivamente facendo.
In realtà poi non era così. Cioè io sono inquieta di fondo: quando sono dentro voglio esser fuori, in tutto. (la parola quandoseidentrovuoiesserfuorismo esiste? Ora esiste).

Le cose che avevo ieri mi sembrano sempre meglio di quelle che oggi. Poi se dovessi fare cambio, allo stesso modo mi ritroverei a rimpiangere quello che ho appena lasciato, come la cosa più preziosa al mondo.
Ci vuole del talento per essere così immaturamente volubili, faccio allenamento da anni, eh, una vita.

E quindi, niente Conservatorio.
Scienze politiche io.
Poi magari un giorno ne parliamo.

3 commenti:

  1. com'è come non è le parole degli insegnanti influiscono in modo determinante sulle nostre scelte. anche a me è successa una cosa del genere e anch'io qualche volta mi ritrovo a pensare "e se invece..." ma poi... va bene così ;)

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  2. Annek, a me va bene così per forza. davvero, non sarei mai diventata una pianista. e di un insegnante apprezzo che mi incoraggi fin dove è giusto farlo, ma senza illudermi. che decostruisca senza distruggere. ecco, la mia in tal senso è stata una Maestra maiuscola.. grazie del commento!

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  3. mi sono riconosciuta in pieno nella tua descrizione... e sono felice, perchè temevo di essere l'unica!

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