2 maggio 2011

Spaccacuore

Ritorno dal solito parchetto con i nervi meno a pezzi del previsto. L'incognita a questo giro era costituita da schifosi piccioni, che io aborro, ma me la sono cavata piuttosto bene tutto sommato, sarà stato il buonumore per l'assenza delle solite mammedelparchetto impegnate in qualche evento religioso che esiste solo a Snobville, "il nostro culto è differente".

Lee mi fa mille domande sul perchè viaggiamo così leggeri, cioè senza bicicletta, monopattino, macchinine, bambole, merende varie, la qualunque.
La mia risposta da perfetto manuale di pedagogia è "perchè no", e lei giustamente mi fa notare che non è una risposta. Provo ad argomentare meglio, quando Roo interviene nel discorso per ribadire alla mia amica e relativi figli e a tutto il mondo circostante, con un volume che se non impara a regolarlo dovrò insonorizzare il salotto, che oggi è il suo compleanno ma che la mamma non gli ha fatto nè torta nè regalo.
E la mamma non l'ha fatto per un semplice motivo, che oggi non è il suo compleanno, ad esempio.

In questo tripudio di dialoghi, domande e negazioni varie, la mia attenzione cade su una scena che si sta svolgendo a pochi metri.
Un ragazzo e una ragazza.
16 anni al massimo.
La "compagnia" tutta lì vicino, ma loro un po' in disparte.
Lui di quel genere di carino che può piacere giusto alle sedicenni (il vero figo del gruppo era lì a pochi metri non ancora sbocciato, ma noi c'abbiamo l'occhio lungo), insomma questo tizio belloccio, sportivo, con i bermuda, gli occhiali a goccia, il casco dello scooter in mano e un atteggiamento da sberle a piene mani, che mentre lei gli parla guarda in giro, in basso, in alto, ovunque pur di non guardarla in faccia.
Lei carina, 'ste ragazzine si somigliano tutte, capelli lisci alle spalle, cerchietto, jeans stretti e ballerine.

Gli sta davanti e gli parla.
Lui a un certo punto dice qualcosa.
Lei si impietrisce, resta lì un attimo, poi gli volta le spalle e se ne va.
Cammina verso di noi, con il viso che le si disfa in un pianto, ma senza scoppiare del tutto (aspetterà di voltare l'angolo per quello), senza voltarsi indietro, guarda in basso, si stringe nelle spalle e si allontana.

Io e la mia amica la guardiamo, era impossibile non capire: si sono appena lasciati.
E lei sta male come un cane, ma niente al confronto di come starà stasera.
Viene voglia di andare lì e di abbracciarla e dirle che quello è un deficiente, e che passerà anche se ora è devastata, poi passa.
E che quello è un cretino.
E che dovrebbe puntare a quell'altro, al figo non ancora sbocciato.
Giuro, era un dolore palpabile.
Chiunque l'abbia provato a quell'età lo riconosce subito.

Faceva male che sembrava di morire.
Ma poi è passata.
Pronta per la prossima storia, la prossima batosta, la prossima ricostruzione.
Che tenerezza però.
Se scopro che è stato per via di quella sciacquetta tettona sull'altro scooter, gli taglio le gomme.

4 commenti:

  1. O magari perchè anche lui è un seguace di Ruggeri ("Forse il vero amore vuol restare grande,
    preferisce chiudersi e morire
    in un colpo invece che appassire.") come il mio fidanzatino dell'adolescenza.
    Che è un po' come dire "ti lascio perchè ti amo troppo".

    Comunque sia, genio puro. Roo è genio puro. Fine.

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  2. Dimenticavo: in entrambi i casi, vai di taglierino chiaramente.

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  3. Secondo me questo era più il caso "guarda, non è perchè sei tu, ma perchè sono io". Un altro evergreen che ovviamente io celo. Celo anche quello "perchè ti amo troppo" eh, non ci siamo fatti mancare niente. Taglierini come se piovesse.

    Roo ha mancato la possibilità di essere un Genio maiuscolo per un giorno di anticipo... ma comunque.

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  4. Vado a letto col cuore a pezzi per quella sedicenne.
    Io sono una tipa da "non ti merito, tu meriti di meglio" e poi la mia preferita
    "non è che non ti amo è che devo trovare me stesso"

    Lara, anch'io sono la mamma del parchetto senza bici, monopattino, senza casco, senza succo, senza cracker e spesso anche senza fazzoletti.
    Peró vanto l'unico nanetto che chiede permesso e perpiacere e che fa la tigre a tutti i bimbi prepotenti che lo strapazzano sulle scale dello scivolo.

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