18 agosto 2011

Tre per te

5 marzo 2008
- È un maschietto. Lei ha già una femmina, così ha fatto la coppia, che brava.
- Ci deve essere un errore...
- Nessun errore, guardi qui... Perchè? Voleva un'altra femmina?
- (quasi singhiozzando) No, vabbè, l'importante è che sia sano.
- Ah bè, ma questo non si può dire fino al parto.
- Mavaff...

Quando mi hanno detto che eri un maschietto io no.
Con tutta la vergogna del caso, che lo so che l'importante è che stessi bene, ma io avevo questo strano sogno distorto del doppio fiocco rosa, che fa tanto scuola di danza, ma anche tanto sorelline complici. E c'eri tu.

Ho capito che saremmo andati d'accordo già il giorno del tuo arrivo, quando per uscire ci hai messo 45 minuti in tutto, e sei venuto fuori magrolino, ranocchietto, con quella faccina da piccolo europarlamentare tipica dei neonati. E mi guardavi negli occhi. Sì lo so che sembra assurdo, e che questa sembra una frase da madre rincojonita (come quelle che dicono, hai visto? ha sorriso - ma ha 2 ore di vita, cosa vuoi che sorrida? ti ho detto che ha sorriso, mi ha riconosciuto - seee certo), ma davvero, in quella stanza d'ospedale vuota, nel silenzio della nostra prima notte insieme, ti ho tenuto sdraiato sulle mie gambe piegate e tu mi guardavi negli occhi.
Non li avresti più mollati i miei occhi da quel momento.
E avresti cominciato a guardarmi con uno sguardo innamorato che nessun uomo mai nella vita.
È nata un'incredibile storia d'amore tra di noi. Una storia a base di quattro occhi azzurri che si ritrovano gli uni negli altri a darsi conferma che sì, ci siamo.

"Mamma tu c'hai y occhi asshulli? Anche io".

Ogni giorno cresci e mi somigli.

E, come a volermi dare uno schiaffo morale per i pensieri di quel 5 marzo, sei diventato il miglior maschietto che io abbia mai potuto sperare di avere. Geniale, simpatico, e bello bello bello in modo "asshuddo". Talmente perfetto nelle tue imperfezioni da farmi sentire un'idiota per tutte le volte che ho guardato le coppie di sorelline, invidiandole. Perchè sei uno spettacolo.

Siamo identici, io e te.
Teatrali, rumorosi, melodrammatici, eccessivi. Facciamo un sacco di casino in attesa che qualcuno arrivi in nostro aiuto, aiuto che comunque non chiederemmo mai, che abbiamo un orgoglio che "ce se magna".
Ogni volta che Lui ti guarda fare qualcosa capisco che sta soppesando anche quanta strada ho fatto io, e quanti angoli ho dovuto smussare per passare da quella versione puramente istintiva che sei tu, alla persona tuttosommatoadulta che sono io.

Sai fare tante cose adesso. Compresi i disegni di pipì che io no.
E le fai tutte con quell'entusiasmo trascinante, quell'energia esplosiva, quel potere detonante distruttivo (anche troppo a volte), e senza alcuna paura di sbagliare.
E le fai prendendo per mano tua sorella, e lasciandoti prendere per mano da lei.

Non c'è bambina al mondo che potrebbe essere più perfetta per me di quanto sia tu.
Tu che per mesi nella pancia non hai avuto nome e, su suggerimento di Lee, ti chiamavamo"Cocco".
Tu che per addormentarti devi accarezzarmi il lobo dell'orecchio.
Tu che mi prendi per mano e mi dici "ti boyo tanto bene".
Tu che litighiamo fortissimo. E poi ci abbracciamo ancora più forte. E poi torniamo a litigare.
Tu che oggi fai 3 anni e sei straordinario.

3 commenti:

  1. "E avresti cominciato a guardarmi con uno sguardo innamorato che nessun uomo mai nella vita".
    è proprio per quello che hai scritto che vorrei un maschio.

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