Ci sono ruoli che poi si è talmente bravi ad interpretare che finiscono per restare attaccati addosso come magliette bagnate. Ci sono maschere che si portano, per facciata, per difesa, per dissimulazione, che aderiscono talmente bene ad un volto che non sai più se siano maschere o il volto stesso. Ci sono sensazioni che si cercano di nascondere o al contrario di enfatizzare, magari per nasconderne delle altre, e che finiscono per diventare protagoniste al punto che le altre - quelle vere - non riesci più a vederle.
Ci sono strade che si srotolano sotto i piedi che neanche te ne accorgi e ci sei già sopra, ma il più delle volte puoi sempre decidere se percorrerle o cercarne altre. O se stare ferma un po'.
Ci sono cose di cui vorresti continuare a parlare, a parlare e a parlare ancora per mantenerle vive e vere, perchè non riesci a stare a guardare, zitta, mentre ti sbiadiscono davanti. O mentre, semplicemente, cambiano.
Ci sono persone che hai sempre la sensazione che quando sei triste loro un po' ci godano e da queste persone bisogna prendere il largo. Anche se sono amiche. Soprattutto se sono amiche.
Ci sono canzoni che non si possono sentire perchè dentro ci sono giorni che non si possono ricordare.
Ci sono posti in cui si è stati anche se non ci si è mai stati. E posti in cui si è stati tante volte che non esistono più per noi.
Ci sono abitudini-persone-tempi che ti restano incollati dentro dei gesti che non sai più fare.
Ci sono lenti che non sono mai stati ballati.
Ci sono rapporti tra persone che prima erano sinfonie e ora sono partite a scacchi in cui uno esce inevitabilmente sbriciolato.
Ci sono quelle volte in cui non puoi che pentirti di essere stata così sinceramente vulnerabile. Per la precisione, tutte.
Ci sono colori "pastello" e io odio i colori pastello.
Ci sono momenti che vorresti urlare e poi crollare e invece finisce sempre allo stesso modo: taci.
E allora corri.
Sì, il mio epitaffio sarà: sindrome pre-mestruale.
3 gennaio 2012
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arrivata qui oggi
RispondiEliminapochi post e già mi si rallenta un po il sangue nelle vene
parole che descrivono parole e sensazioni
sono come ferite pronte a riprendere a sanguinare in un attimo
che poi almeno sanguinassero voracemente, spettacolarmente aggressivamente
invece no, l'agonia è talmente lenta
sanguinano piano e costantemente
quel non sentirsi mai parte di nulla, quel desiderare di guardarsi allo specchio e vedersi
quel costruire case e muri e maschere
e poi renderne sempre conto a se stessi, in qualunque istante
e poi l'ultima frase che leggo, mi pare che dica tutto, alla fine
"Ci sono momenti che vorresti urlare e poi crollare e invece finisce sempre allo stesso modo: taci."
perchè a me la cosa che più mi sfinisce è tutta questa ovatta, questa bolla avvolgente
che è la mia più cara difesa, ma anche il primo attacco verso me e il resto del mondo
com'è possibile che presunzione, fragilità, tremore siano così mischiati???
niente, almeno mi pare non sono sola
e in questo mondo dove tutti e tutte sembrano sapere sempre tutto, o perlomeno quello che vogliono, mi sento meno mosca bianca ma anche meno alice, insomma, sono vera anche io!!!
(no perchè a volte mi vengono i dubbi, il mio cervello ha una capacità di creare modi e mondi paralleli che mi stupisco sempre, peccato che sian spesso dolorosi...ma intanto da 16 anni sono arrivata ai 35, a qualcosa è pure servito)
grazie delle parole, anzi grazie delle sensazioni
francesca
Francesca grazie a te. E torna. Che a tremare in due possiamo sempre raccontarci che in realtà stiamo solo vibrando. Un abbraccio. L
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