17 febbraio 2012

Compleanno a Snobville

A Snobville il compleanno è quella cosa che devi festeggiare in una sala giochi invitando tutti i bambini che conosci, e pure qualcuno che incontri per strada, che fa numero e sembra che sei più importante. Sto parlando del compleanno dai quattro anni in poi, eh, mica dei 18, quando immagino si userà noleggiare un charter per l'intera classe del liceo e portarla a Ibiza, per dire. E io avrei solo voglia di scappare, fortissimo e molto lontano.
A Snobville il compleanno è quella cosa che chi compie gli anni deve fare un regalo a tutti quelli che vagamente dimostrano partecipazione all'evento. Del tipo: noi-trenta-bambini-della-tua-classe ti cantiamo tanti auguri, ti costruiamo una squisita corona di cartone con sopra la porporina che spargerai a casa tua per l'intero anno successivo, e in cambio tu porti per ciascuno di noi-trenta-bambini-della-tua-classe un bel sacchettino pieno di caramelle e possibilmente qualche giochino.
A Snobville il compleanno è quella cosa che poi quando fai una festa devi prevedere una sorta di bomboniera, un po' più impegnativa del sacchettino di caramelle mi raccomando, da dare ai bambini che hanno partecipato e ti hanno fatto il regalo.
A Snobville il compleanno quindi prevede torte giganti, perché il più delle volte se si tratta di bambini di quattro anni alla festa si fermeranno anche le mamme e mica le puoi lasciare senza torta, no, altrimenti che compleanno sarebbe, e quindi per una festa di  quindici bambini - in sala giochi, eh, e non dimenticate le calze antiscivolo - devi prevedere una torta per almeno trenta persone.
E l'animazione, ché sennò i bambini di oggi si annoiano, e il truccabimbi, e i triplocarpiati, e sticazzi. E io avrei solo voglia di scappare, fortissimo e molto lontano.
A Snobville il compleanno mi mette ansia per tutta la socialità forzata che si porta dietro e col senno di poi avrei fatto bene a partorire entrambi i biondini in pieno agosto, come Roo.
E invece.
Invece Lee fa gli anni tra poco e siamo alle prese con il compleanno. Che pur abitando a Snobville io mi rifiuto di festeggiare come Snobville comanda. Non riesco a rassegnarmi alla perdita della semplicità.
Anche perchè a Lee dei trenta bambini della sua classe, che comunque verranno omaggiati del sacchettino di caramelle e giochino, ne interessano sei o sette (e suo fratello ne sarebbe escluso se non fosse che è appunto suo fratello). Tutte femmine, ché siamo nel periodo che "i maschi fanno schifo", e il fidanzatino - unico maschio che non fa schifo - che non inviteremo perché non ha ancora l'età per apprezzare di essere l'unico gallo di un pollaio con sette galline, me l'ha detto la sua mamma, donna intelligente e mia amica.
Io mi ricordo compleanni in casa, con la mamma che aveva fatto la torta, e le candeline da spegnere, e regali ragionevoli, "pensierini" che uno comprava in cartoleria e ti portava impacchettati con la carta bella, e mangiavamo la torta, e c'era la coca-cola che di solito mai, e giocavamo con i giochi che c'erano in casa e poi tutti giù in cortile come ogni pomeriggio.
Ora le feste qui sono dei balli delle debuttanti, le torte sono castelli a più piani, i regali sono status symbols mediante cui le mamme combattono una guerra inesistente e la tensione è altissima. E io avrei solo voglia di scappare, fortissimo e molto lontano.

Quest'anno Lee ha preferito nuovamente la festa in casa - casa nostra certo, da pulire, sistemare, addobbare, proteggere, nascondere la cristalleria, alzare i massimali della polizza, quelle cose lì - ma ho l'impressione che sarà l'ultimo anno. Perché comincia ad avere quell'età un po' stronzetta in cui l'erba del vicino, e l'erba del vicino a Snobville è una cosa veramente pericolosa. E spesso inarrivabile. E quindi, mentre cerchiamo di insegnarle a pensare con la sua testa, siamo consapevoli che dovremo comunque mediare tra quello che lei vorrebbe, quello che noi riterremo giusto e quello che sarà possibile fare.
Sarà una bella lotta.

La sto vivendo bene, non si vede? È l'ansia pre-evento, poi entro "in prestazione" e mi passa.
Ma al momento avrei solo voglia di scappare.
Fortissimo.
E molto lontano.

4 commenti:

  1. Lara tutto il mondo è snobville. Qui d'inverno si affittano ludoteche mansardate con attico terrazzatissimo. D'estate feste in piscina col deejay. A partire dai 12/13 anni è così e comincio a sentirmi male... e soprattutto ti capisco.
    Comunque, per sicurezza, ho un cassetto col doppiofondo e nel doppiofondo c'è un biglietto di sola andata per l'Honduras. Hai visto mai.

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  2. ragazze non fatemi scappare la voglia di maternità vi prego!! che orrore, e che palle! Io farei come faceva mia mamma: festa solo femmine e senza mamme e senza regalino finale. Oh ma sono tempi di austerity ma scherziamo??
    Se vuoi io vengo a truccarle gratis, prometto che non le trucco da babyzoccole giurin giuretta

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  3. Sottoscrivo!
    A scuola assisto a scene impietose, tipo le mamme che mettono i cartoncini invito (eh sì, perché adesso c'è bisogno dell'invito formale RSVP) sugli attaccapanni dei bambini invitati... quindi non tutti, ma solo i privilegiati, così con un colpo d'occhio chiunque può sapere chi sarà alla festa e chi no. In pratica, un'analisi sociometrica.

    Non rassegnarti alla perdita della semplicità!
    Un po' di mediazione, ok...

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  4. ti quoto al 100% Lara... ho ricordato i tempi in cui mia figlia festeggiava il suo compleanno con compagne/i di classe... sempre e solo "rigorosamente" in casa [con tutto ciò che precede e ne consegue, inclusi anche furtarelli messi in atto proprio da snob'villani'...]
    Su questo punto non ho mai ceduto fino alla festa di laurea e non me ne pento.
    Avrai diverse altre cose su cui mediare... che forse potrebbero 'segnare' di più le creature.
    Pensa che mia figlia, oggi quarantenne, tempo fa mi ha rinfacciato di non averle mai permesso di avere le Timberland... e questa te la dice lunga!

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