6 maggio 2011

Uno solo non è possibile

La sensazione che mi viene addosso quando mi chiedono quale sia il mio libro preferito e io non riesco a rispondere. Frustrante, eh.
Esattamente come per le canzoni o i film. Me ne sto lì con l'espressione accigliata alla ricerca di una risposta che abbia senso, ma quando è la domanda a non averne è dura.

Forse è la parola preferito che mi disturba, come a dire, perchè ne devo scegliere uno solo?
Come se fossi una persona coerente, come se i miei gusti restassero immutati, come se.
Con l'aggravante che quando si tratta di libri, chi hai di fronte sicuramente di fronte al tuo silenzio attonito pensa che leggi un libro e mezzo all'anno e quello intero sia quello di Totti.
In realtà, non è affatto semplice fare una scelta di questo tipo. Cioè sceglierne uno.
Uno per la vita, ma scherziamo?

Anche se ci sono periodi come questo in cui faccio fatica a trovarlo, un libro di quelli che ti prende e ti porta via, ci sono stati in passato i libri che ho amato e che tutt'ora occupano un posto d'onore nella mia libreria, a sinistra, terza mensola dall'alto. Alcuni libri del cuore li ho lasciati sulla strada percorsa, prestati a persone che non me li hanno più resi, persone che io nel frattempo ho perso, e ora in operazione nostalgia mi farebbe strano richiamare solo per chiedere senti ma tu.

Sì insomma l'ha già detto molto meglio lei, che ci sono libri di cui ci si innamora a tal punto da pensare che siano stati scritti su di te, come le canzoni "guarda ci sono dentro io".
E lì la reazione è duplice: o i regali a chi ami perchè vuoi essere ritrovata in quelle righe e vuoi che chi ami ti confermi che in effetti stai proprio lì dentro, sei proprio tu, non ti si poteva descrivere meglio.
Oppure li nascondi e non li condividi con nessuno, come se fossero un tuo segreto prezioso, qualcosa che non vuoi condividere perchè rivela una tua fragile intimità, una tua intima fragilità.
Io sono più del secondo tipo, anche se ci sono state delle eccezioni. Eccezioni malriposte in alcuni casi.

E poi ho un quaderno celeste in cui ho riportato negli anni tutte le frasi dei libri che in qualche modo erano legate alla mia vita; alla mia vita di "quel" periodo, quindi a rileggerle non necessariamente ritrovo il motivo che me le ha fatte salvare.

Però.
Si cresce.
Cambiano tanto anche i libri che ami.
Cioè io ieri andavo a Baricco (Oceanomare resta sempre là, comunque), De Carlo,e Tondelli, e oggi no, oggi anzi.

Oggi Grossman, oggi Nothomb, oggi Orwell, oggi Coe, oggi Miller.
E poi, oggi Durkheim, oggi Chomsky, oggi tanto altro.
Oggi soprattutto la mancanza di quella necessità di trovarci a tutti i costi un collegamento con me e con la mia vita, anche se poi un dettaglio capita sistematicamente, una frase che salvo a prescindere, nel quaderno celeste.

E voi.
Esempi. E consigli.

4 commenti:

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  2. Per le considerazioni sui libri preferiti sono d'accordo. Cambiano col tempo, perché cambio io, cambiamo noi.

    Dirti quali siano quelli in cui mi rivedo equivale a mettersi a nudo quindi mmmmmmmmmmmm. Certo, invece tenere un blog... Va be' allora potrei citare "Correndo con le forbici in mano" o "Il bar delle grandi speranze".

    Per il resto qui scrivo qualche recensionaccia ;^)

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  3. Io da sempre scrivo la data del giorno in cui ho terminato il libro sull'ultima pagina.

    Noi 2 abbiamo una conoscente in comune il cui libro preferito è "la mano sul cuore di Alberto Castagna"
    questo è terribile!

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  4. Io la data in cui l'ho finito la scrivo sulla prima pagina, ma comunque.
    Devi dirmi chi è la conoscente comune, chè la cancello dalla rubrica. Che ti posso passare, a fatica, Richard Bach. Ma Alberto Castagna no.

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